“Non si limita a rendere visibile, asseconda le esigenze delle persone, arricchisce la percezione degli spazi, crea emozioni”
Luce organica è un’espressione che abbiamo pensato per descrivere delle soluzioni che possano avvicinare la luce artificiale al comportamento della luce naturale. In questo articolo, cerchiamo di raccontarne le caratteristiche progettuali, gli obiettivi ed il rapporto con il benessere della persona.
Cosa s’intende per luce organica?
La luce organica è il nuovo linguaggio che trae ispirazione dalla natura, migliora l’esperienza che le persone hanno dell’illuminazione avvicinando la luce artificiale ai comportamenti della luce naturale. Per anni l’illuminotecnica si è concentrata sulla prestazione tecnologica, trascurando spesso la qualità degli spazi e il benessere umano, adesso che si sta sviluppando una nuova sensibilità, il nostro lavoro è quello di pensare alla luce non solo in termini di efficienza ma soprattutto di come può migliorare la vita quotidiana. La luce non si deve limitare a rendere visibile, deve assecondare le esigenze delle persone, arricchire la percezione degli spazi, creare emozioni.
Qual è il legame tra luce artificiale e benessere personale?
È importante ricordare che, come esseri viventi, il nostro corpo e la nostra mente sono condizionati dal sole. Questo rapporto è alla base di innumerevoli processi biologici che regolano la vita. La luce artificiale è in grado di alterare in maniera profonda questo legame, i disturbi connessi alle emissioni di luce blu dei dispositivi elettronici ne sono un esempio. Il nostro rapporto con il sole produce anche una sensibilità di tipo differente, che non ha ricadute dirette sul piano biologico ma è altrettanto potente, la luce calda di un tramonto e quella fredda prima di un temporale sono esperienze che abbiamo interiorizzato dalla nascita e producono precise emozioni. Un’illuminazione che non consideri questi aspetti produce un disallineamento tra ambiente naturale e artificiale, influendo negativamente sulla nostra vita.
Come si lavora per migliorare questi aspetti?
La sensibilità progettuale è sempre l’elemento più importante per concepire la soluzione adatta al contesto che affrontiamo, il resto del lavoro si fonda sulla conoscenza degli strumenti. L’evoluzione della tecnologia, consente al lighting designer una libertà espressiva che prima era impensabile. Oggi la luce può essere elemento organico, dinamico, le sorgenti LED più sviluppate e i sistemi domotici consentono di controllare ombre, intensità luminosa e temperatura del colore con estrema precisione, allineando la luce naturale a quella artificiale.
Come si progettano gli ambienti in cui viviamo?
Nelle nostre abitazioni, così come nelle strutture di accoglienza e wellness, una luce che è in grado di modificarsi, integrare la luce naturale e assecondare il bioritmo della persona porta molti giovamenti sul benessere psicofisico. È stato provato che l’esposizione ad un’illuminazione artificiale non adeguata può alterare il nostro ritmo circadiano, che regola anche la produzione di ormoni come melatonina e serotonina, con ricadute sulla salute delle persone. È possibile progettare un’illuminazione dinamica che crei le condizioni ottimali in base all’ora del giorno e alle funzioni che si svolgono, bilanciandosi anche in base alla quantità di luce naturale presente in un dato momento. Nel passato, nel mondo dell’accoglienza, la luce era pensata come decorazione e la qualità era comunicata attraverso il design, ora invece è più apprezzata la possibilità di disporre di scenari di luce legati all’esperienza che si vuole avere, sia nelle camere che nei luoghi comuni, anche in questo settore si sta giungendo ad una sensibilità differente, la luce è uno strumento per accompagnare l’individuo e non un oggetto da mettere in mostra
La luce organica può essere utilizzata anche in altri ambiti?
Un approccio organico all’illuminazione può essere applicato in ogni progetto, il mondo dell’arte, ad esempio, ha da sempre un’illuminazione cristallizzata su unico gradiente di bianco, le opere invece sono state pensate per essere viste dall’alba al tramonto e, in passato, anche alla luce delle candele, attraverso le molteplici sfumature della luce naturale. Il rapporto tra luce e opera è sempre stato centrale nella produzione artistica ed è sbagliato pensare che un solo tipo di luce possa assolvere a questa funzione, ogni opera ha quindi bisogno di esprimersi in differenti contesti di luce per essere fruita completamente. Nell’illuminazione esterna l’obbiettivo principale è sempre quella di far parlare la vegetazione, la luce lunare è sicuramente la principale ispirazione, spesso bilanciata da un’illuminazione molto calda che richiama il fuoco. Un ragionamento simile a quello fatto per le abitazioni invece può essere adattato anche ai luoghi di lavoro, cercando di ridurre i livelli di stress e stanchezza.
Il futuro della luce organica
La novità che introduce la luce organica è lo stretto rapporto tra individuo, natura e illuminazione artificiale, l’aspetto più importante è la capacità di adattarsi, adeguandosi al contesto e alle necessità. Se la ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale procederà ancora, questi strumenti impareranno a conoscere le abitudini delle persone all’interno della propria casa, ma anche ad analizzarne i comportamenti all’interno di musei, uffici e luoghi pubblici. In futuro l’illuminazione potrà regolarsi in autonomia analizzando grandi quantità di dati forniti sia dall’ambiente esterno che dalle persone all’interno dei locali. Se si svilupperanno tecnologie di questo tipo, potremo progettare scenari di luce che si adattano ai singoli individui, con l’obbiettivo di ridurre lo stress nel luogo di lavoro, contribuire al relax all’interno delle abitazioni o agevolare la fruizione di musei e luoghi pubblici.