Nel panorama nazionale, lo studio dell’illuminazione pubblica è un tema ancora sottovalutato; la luce, come vedremo, può invece apportare un contributo fondamentale nella valorizzazione del patrimonio e nella sostenibilità energetica. Una corretta illuminazione delle piazze, dei monumenti e dei borghi storici è un intelligente investimento per le amministrazioni pubbliche, le ragioni sono sia economiche che culturali.
Con lo sviluppo delle sorgenti LED ad alta efficienza i consumi di elettricità sono calati drasticamente, rendendo possibile un’illuminazione migliore con costi nettamente inferiori: rispetto ad una comune lampada al sodio, una sorgente LED ha una durata media sei volte superiore, mentre i consumi -a parità di flusso luminoso- sono quasi la metà. Ipotizzando una riconversione dal sodio al LED, i costi dell’investimento verranno ripagati nel tempo in termini di consumi e manutenzione, senza considerare la qualità nettamente superiore dell’illuminazione.
La seconda motivazione, e anche la più importante, è quella relativa alla valorizzazione del nostro patrimonio. Il nostro paese è ovunque disseminato di realtà locali dal grande valore storico architettonico, questi luoghi faticano a trovare posto nel circuito culturale, spesso per la mancanza di fondi adeguati, uno dei problemi più comuni è quello della poca fruibilità nelle ore notturne: piazze e monumenti scarsamente illuminati, quasi sempre attraverso luci dalla tonalità estremamente calda sono le principali manifestazioni. L’illuminazione nelle nostre città in passato si concentrava nel rendere vivibile un luogo cercando di limitare i costi, gli attuali strumenti ci consentono di poter ragionare sui risultati, senza preoccuparsi dei consumi. Le sorgenti LED sono controllabili nell’intensità e nella temperatura della luce, hanno dimensioni notevolmente ridotte rispetto al passato, il lighting designer può ora concentrarsi sugli aspetti qualitativi del suo lavoro: l’importanza delle gerarchie urbane, dei punti di vista, la valorizzazione dei materiali e l’attenzione all’abbagliamento sono solo alcuni di questi.
Una delle prime occasioni per confrontarsi su questo tema si è presentata nel 2018, quando la municipalità di Isola del Giglio si è interessata allo studio di fattibilità della nuova illuminazione di Giglio Castello. Questo aggregato urbano fortificato risale all’alto medioevo, quando fu costruita la Rocca Aldobrandesca, la cinta muraria e gli edifici al suo interno risalgono invece al XV secolo, sotto la dominazione pisana. Come consulenti, il nostro obbiettivo era quello di individuare delle possibili strategie per migliorare la fruibilità visiva del luogo, con la finalità sia di valorizzarlo per stimolare il turismo, sia di renderlo più vivibile per le persone che lo abitano. Il progetto si è quindi sviluppato attorno a cinque punti fondamentali: valorizzazione dei volumi minerali e urbani, valorizzazione e conservazione del patrimonio, riduzione dei consumi e della manutenzione, aumento del senso di sicurezza degli abitanti. I primi studi si sono orientati in una rilettura delle componenti naturali e artificiali del luogo: la fortificazione sorge su di uno strato roccioso, da esso prendono vita le mura perimetrali ed i suoi bastioni, racchiudendo all’interno gli edifici, questi sono stati i tre elementi di ispirazione al progetto.
L’idea che ci ha guidato è stata quella di contrappore il fuoco alla luna: il primo, identificato dalla luce calda, esprime l’agire umano, la seconda, caratterizzata dalla luce fredda, rappresenta l’elemento naturale. All’interno di questa logica le piccole finestre di guardia e le bucature degli edifici assumono le tonalità estremamente calde della candela, richiamando la vita degli abitanti all’interno, le strade e le piazze presentano una tonalità leggermente più fredda, che sale verso il bianco nel perimetro esterno delle mura; la roccia, infine, su cui poggia tutto il castello, viene illuminata da una luce completamente bianca, a 4000° K, riportandoci alla luce lunare e quindi all’elemento naturale.
Una volta definita l’idea iniziale, l’esigenza principale era quella di restituire la fisionomia dei volumi urbani, ricostituendo una visione completa degli edifici. La prima condizione da soddisfare era la riduzione dell’abbagliamento delle lampade al sodio, la soluzione adottata nei percorsi urbani è stata quella di lavorare direttamente sulle antiche lanterne esistenti, al fine di preservarle, ed attuare delle migliorie. La lanterna viene equipaggiata con dei micro-spot orientabili dal diametro inferiore ai due centimetri, in grado di selezionare con precisione la porzione da illuminare, annullando l’abbagliamento e fornendo un’illuminazione completa degli elementi circostanti. Il corpo della lanterna, che conteneva la lampada, ospita un motore LED ad alta efficienza e bassa intensità luminosa, il vetro esterno viene infine sostituito con uno satinato per ammorbidire l’emissione.
Le altre soluzioni introdotte includono la gestione dell’intero impianto in maniera rivoluzionaria: sarà possibile programmare scenari di accensione e spegnimento e controllarli da remoto, riducendo al minimo l’illuminazione se necessario o aumentandola per eventi estivi, i corpi illuminanti conterranno sistemi di tracciamento per telefoni mobili, sensori di posizione ed altri dispositivi per implementare applicazioni utili alla fruibilità dei monumenti, l’impianto potrà quindi interagire con il contesto e con i visitatori, adattandosi alle necessità. Il progetto per Giglio Castello è già stato approvato e si stima che i lavori inizieranno nel prossimo anno.
Light company ha collaborato e continua a lavorare su altri progetti analoghi, sempre nel 2018 è stata parte di un gruppo di progettisti incaricati dal comune di Fabriano di sviluppare un nuovo impianto illuminotecnico per la città; come nel caso di Isola del Giglio, Light Company ha guidato la progettazione artistica monumentale dell’intervento, concentrandosi sull’analisi delle prospettive urbane e sul significato culturale degli spazi da illuminare.
Nel 2020 lo studio è risultato vincitore di un concorso indetto dal Ministero della Cultura Albanese per dare una nuova luce a diciannove castelli dislocati su tutto il territorio. Questo importante incarico, ci ha consentito di applicare gli studi compiuti fino ad adesso ad un contesto ancora differente: i diciannove “castelli” altro non sono che insediamenti fortificati, per lo più di epoca ottomana, adesso non più abitati. Attualmente sono stati completati quattro dei diciannove: Rozafa, Argirokaster, Berat e Kruje. Gli aspetti fondamentali di questi progetti sono stati la valorizzazione degli elementi iconici di ogni castello, la ricostruzione visiva del perimetro murario e la gestione di intensità e temperatura della luce per ricostituire le gerarchie degli elementi. Il lavoro si è orientato sull’individuazione degli aspetti in comune ad ogni castello: i bastioni difensivi, gli edifici civili e religiosi, i percorsi interni e le rovine dimenticate, al fine di rintracciarne un codice per una lettura uniforme: una volta individuati questi elementi, l’obbiettivo è stato quello di valorizzarne il significato attraverso la luce. In quest’ottica i piccoli camminamenti nascosti, così come gli spazi interni degli edifici, presentano una luce calda e soffusa, che ancora una volta ci riporta ai tempi passati in cui le candele ed i fuochi rischiaravano la notte degli abitanti, nel perimetro esterno la luce è più fredda, per aiutare la lettura delle cromie della pietra, i bastioni in rilievo sono illuminati con una luce radente, che crea effetti chiaroscurali aumentando l’effetto plastico.
Gli interventi in Albania hanno dimostrato che si può ottenere molto anche con un budget limitato, rendere il flusso di lavoro più rapido ed efficiente ha giocato un ruolo importante per limitare ritardi e modifiche che, con il tempo, avrebbero fatto lievitare i costi.
Questi interventi sono stati molto apprezzati dalle istituzioni e dalla comunità, facendo crescere l’interesse e la sensibilità nei confronti di questo tema. Il nostro impegno è adesso rivolto a nuovi incarichi che, ci auguriamo, potranno consolidare l’importanza della luce nel nostro paese.