Durante il III sec. a.C. i romani decisero di fondare una colonia sulla foce del fiume Ariminus per utilizzarla come snodo tra importanti vie di comunicazione, nonché come accesso al mare. La colonia crebbe velocemente, diventando la città di Rimini. Le tracce delle attività romane si sono conservate fino ai giorni nostri, oggi il fiume si chiama Marecchia ed è attraversato dal ponte che fece costruire l’imperatore Augusto nel 14 d.C., completato da Tiberio nel 21 d.C. Il ponte di Tiberio, come viene chiamato oggi, è costruito in stile dorico e presenta cinque arcate, in corrispondenza dei pilastri sono presenti altrettante edicole con timpano. Procedendo dal mare, è l’ultimo ponte che si incontra sul fiume Marecchia, il fronte est si affaccia sulla piazza dell’acqua e sul parco retrostante, garantendogli una posizione privilegiata per essere contemplato dai cittadini.
Il nostro studio è risultato vincitore di un concorso indetto per progettare un nuovo impianto di illuminazione (fonte: Ansa), l’intervento si inserisce in un più ampio piano di riqualificazione del centro storico della città, che includerà anche alcuni lavori di restauro. Come spesso accade nei progetti che sviluppiamo, la nostra intenzione era quella di integrare l’illuminazione notturna con la luce naturale che il ponte riceve durante la giornata. Per questa ragione, abbiamo studiato il percorso solare del luogo: il ponte è orientato secondo l’asse nord ovest – sud est, la luce e le ombre si alternano durante l’arco della giornata tra i due prospetti, che appaiono vicendevolmente uno in luce e l’altro in ombra al mattino e al tramonto. La luce artificiale emulerà la transizione solare riproducendo la temperatura della luce e le ombre che si possono cogliere durante la giornata. L’intero ciclo avrà la durata di un’ora e trenta minuti, la transizione non sarà visibile a occhio nudo poiché avverrà con lentezza, sarà necessario sostare ad ammirare il manufatto per un po’ prima di scorgere un cambiamento o, in alternativa, tornare nello stesso luogo in due momenti distinti della notte. L’attesa è un fattore fondamentale del progetto, poiché sottolinea l’importanza di questo monumento, che merita di essere contemplato anziché osservato distrattamente.
Il ciclo solare è simulato con tre differenti scenari di luce che riproducono l’alba, il mezzogiorno e il tramonto; la successione da uno all’altro avviene in maniera progressiva nell’arco di quarantacinque minuti, rendendo la transizione impercettibile nel momento in cui avviene. Nello scenario dell’alba, il fronte sud-est è illuminato con una luce calda, poiché la mattina riceve la luce diretta del sole; il fronte opposto invece, che durante il giorno è illuminato solo indirettamente, riceve una luce dal gradiente molto freddo e con una bassa intensità, per riprodurre la flebile luce delle prime ore del giorno. A mezzogiorno i due fronti ricevono lo stesso trattamento di luce, con un gradiente di bianco “neutro” (3000°K). Al tramonto il lato esposto ad ovest riceve una luce molto calda, quasi dorata, mentre il lato opposto riceve una luce tenue e fredda; la luce calda che proviene da ovest si riflette nell’acqua illuminando l’imbotte delle arcate; questo crea un effetto molto scenografico nel fronte est, dove il bianco freddo della facciata si contrappone alla tonalità dorata che si trova al di sotto degli archi.