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Hotellerie di lusso: il ruolo del lighting designer

Il mondo dell’hotellerie in Italia sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti. Dopo la pandemia sono scomparsi molti conference hotel e altre realtà simili; tuttavia, sono in crescita gli investimenti destinati a strutture di lusso, sia nelle città che nei luoghi naturalistici. Gli operatori del settore, soprattutto internazionali, stanno ridefinendo l’idea tradizionale dell’hotel cinque stelle, ponendo particolare attenzione alla personalizzazione di ogni intervento, evitando al massimo la ripetitività tipica delle catene e sviluppando progetti che puntano a rispettare le peculiarità dei luoghi in cui si insediano. Per questa ragione, i progetti sono spesso di grande complessità e necessitano di una squadra di professionisti non solo competenti nel proprio lavoro, ma anche in grado di integrarsi con agilità nel processo progettuale e costruttivo.

Con questo articolo proveremo a tratteggiare alcune esperienze che ci hanno visti coinvolti direttamente, cercando di raccontare non solo la luce in sé, ma anche i rapporti che intercorrono tra committenza e progettisti.  

L’illuminazione nell’hotellerie sta subendo profonde trasformazioni. La percezione del lusso non passa più attraverso lo sfarzo e l’ostentazione dell’oggetto di design iconico, ma si concentra su temi come la personalizzazione, la domesticità e il wellness. L’obbiettivo è quello di far sentire l’ospite all’interno di uno spazio cucito sulle proprie necessità: la luce deve variare in funzione delle abitudini e degli stati d’animo, prevedere scenari appositi per assecondare la vita e il bioritmo della persona che abita quegli spazi.

Anche i temi della domesticità e della località sono fondamentali: ogni luogo è pensato come una cellula incastonata in un brano di città o di paesaggio e il progetto di illuminazione non potrà più essere, come in passato, un catalogo di soluzioni prestabilite. Il contesto condiziona ogni aspetto degli oggetti decorativi e delle componenti tecniche, come l’intensità, la temperatura e la tipologia dei corpi illuminanti.

Gli ingenti investimenti nel settore degli ultimi anni ci hanno dato la possibilità di lavorare in numerosi contesti di eccellenza del mondo ricettivo, ciò che accumuna queste variegate esperienze sono, a nostro avviso, i rapporti che si generano tra i professionisti. Progetti di questo tipo includono al loro interno una grande varietà di consulenti, ognuno focalizzato sul raggiungimento di differenti obbiettivi ma tutti con uno scopo comune: l’efficienza e la qualità del risultato. Controllare la comunicazione e le informazioni che vengono scambiate durante la durata di un progetto può essere un’operazione complessa. Per riuscire ad orientarsi all’interno del flusso di lavorazioni, è quindi fondamentale che il nostro lavoro comprenda anche una buona parte di gestione organizzativa e, da cui dipende spesso la qualità della progettazione finale.

Castiglion del Bosco

L’esperienza maturata nel corso degli anni ci ha permesso oggi di lavorare in contesti di grande importanza in Italia. Tra i principiali lavori ancora in corso merita citare il complesso di Castiglion del Bosco nella campagna senese, appartenuto alla famiglia Ferragamo e recentemente acquisito da un family office internazionale; l’hotel Poltu Quatu in Costa Azzurra, acquistato per 70 milioni di euro dalla Castello sgr con l’obbiettivo di confermare la Sardegna come località super luxury nei prossimi anni; infine il palazzo di 6300 metri quadri a Roma in via Ludovisi, secondo immobile della Experimental Group in Italia.

Ogni progetto è fortemente condizionato dal luogo in cui si sviluppa: il dialogo con il contesto si ritrova ovunque, dalle scelte architettoniche fino a quelle illuminotecniche. A Castiglion del Bosco, ad esempio, il legame con la tradizione contadina influenza molto l’illuminazione, soprattutto quella degli esterni, dove è importante prestare attenzione alla quantità di luce che si sceglie di somministrare. In Sardegna, grazie alla morfologia dell’hotel e delle residenze, la luce è spesso una reinterpretazione in chiave contemporanea di quello che un tempo erano i borghi di pescatori, mentre il contesto urbano dell’hotel in via Ludovisi a Roma permette di lavorare con linguaggi ed elementi più internazionali ed europei.

Palazzo Fiuggi

L’attenzione alle caratteristiche del luogo ed alle esigenze della committenza sono temi che hanno sempre guidato il nostro lavoro, i progetti sviluppati per l’ hotel Il Salviatino, Palazzo Fiuggi e Grotta Giusti nascono in un contesto fortemente condizionato dall’architettura esistente ma anche dalla storia del luogo. Il Salviatino è una villa rinascimentale nelle colline fiorentine, con una storia di grande importanza per la città; Palazzo Fiuggi è una struttura costruita più di cento anni fa, che è presto diventata un riferimento per il luogo; Grotta Giusti invece è uno storico stabilimento termale che prende il nome dal poeta Giuseppe Giusti, primo proprietario dell’edificio.

L’hotel Il Salviatino sviluppa un’idea di lusso raffinata, molto legata al rapporto tra architettura e verde. Il progetto di luce delle zone comuni pone l’attenzione sui due assi prospettici di ingresso, enfatizzando l’architettura rinascimentale; al contempo però cerca un dialogo con la vegetazione presente all’interno, che rompe la continuità dello spazio architettonico. L’illuminazione rimane in equilibrio tra questi due elementi: l’architettura, caratterizzata da una luce rigorosa, asseconda la modularità rinascimentale mentre la vegetazione presenta una luce più liquida, che può ammorbidire lo spazio architettonico.

Il progetto per Palazzo Fiuggi, icona del wellness internazionale, nasce dopo gli investimenti del gruppo Forte Village, che ha portato la struttura ad un livello di eccellenza nel mondo dell’hotellerie e dei trattamenti Medical spa. La committenza ha espresso la volontà di caratterizzare la facciata in quanto elemento di maggior importanza di tutto il progetto illuminotecnico, data anche la rilevanza dell’edificio per il luogo. La luce enfatizza la separazione tra i due ordini: il primo in bugnato e il secondo con intonaco liscio, grande attenzione è riservata anche alla cornice con decorazioni poste nel sottogronda; infine, per conferire maggior plasticità al complesso, si è cercato di lavorare sulle ombre portate dal corpo centrale, leggermente avanzato rispetto al fronte, che include inoltre l’ingresso principale.

Il Salviatino